Viaggio in Norvegia. Drops e…
10/08/2018
La Norvegia è un paese di grande ispirazione per chi lavora a maglia. Chi frequenta il laboratorio e il sito di Pippicalzelunghe conosce i filati Drops, un’azienda che fornisce anche un ricco catalogo di modelli gratuiti (ad oggi il sito contiene 5.509 modelli tradotti in italiano). Ma un viaggio in Norvegia, fisico o virtuale, ci porta anche ad altre scoperte!
La città di Bergen, con i suoi dintorni, è tradizionalmente un distretto importante per la lana, come dimostra il numero di negozi di filati a distanza di poche centinaia di metri l’uno dall’altro, nella zona del porto vecchio. Quest’ultimo è stato uno scalo del commercio del pesce della Lega Anseatica e oggi è patrimonio Unesco. In una giornata di bel tempo, merita una pigra sosta per pranzare ai tavoli sul fiordo del mercato del pesce – pulito e ordinato come non si potrebbe immaginare!
La prima scoperta a Bergen è il nuovo jaquard norvegese di Oleana.
Il marchio è stato fondato nel 1992 da tre persone (Kolbjørn Valestrand e Signe Aarhus, marito e moglie insieme a Hildegunn Møster) che lavoravano in Dale of Norway, l’azienda tessile norvegese per eccellenza, fondata da un imprenditore di Bergen, nel 1879, in una località ricca di energia idrica a circa un’ora dalla città, verso l’interno. Probabilmente Dale of Norway ha fatto conoscere lo stile norvegese in tutto il mondo, ma Oleana lo ha reinterpretato, grazie alla designer Solveig Hisdal.
Lo stile di Oleana, che si basa esclusivamente sui pattern di Solveig, è molto ben riconoscibile anche se sorprende ad ogni cambio di stagione per i suoi accostamenti di colori. Oleana ha un ciclo produttivo sostenibile completamente basato in Norvegia; la fabbrica si trova a mezz’ora da Bergen e si può visitare.
A venti minuti dal centro cittadino si può visitare anche il museo della maglia, il Norwegian Knitting Industry Museum, che ogni anno è anche il principale artefice del Bergen Knitting Festival – l’edizione 2018 si tiene dal 28 al 30 settembre.
Un’altra scoperta veramente emozionante, in Norvegia, è stata la lana di bue muschiato, il pregiatissimo qiviut.
Il filato che ne deriva è più soffice e più caldo del cashmere; la produzione industriale annua è inferiore. Insomma il filato è costosissimo. Va detto che in Norvegia ho trovato una produzione esclusivamente domestica. Il parco nazionale del Dovrefjell, tra Lillehammer e Trondheim, all’interno del paese, ha un paesaggio da alta montagna, più per la latitudine che per l’altitudine. Qui si trova un altopiano ventoso, dove mille rivoli d’acqua scorrono tra una vegetazione bassa quanto fitta di erbe, muschi, arbusti e rovi. È il regno del bue muschiato, una sorta di bisonte europeo, un bestione enorme che non ha paura di nulla e, se non ne ha voglia, non si sposta neanche quando passa il treno – è il treno che rallenta o si ferma.
Durante una sosta nello storico rifugio di Kongsvoll, ho visto piccoli manufatti (cappelli, guanti, scarpe) lavorati ai ferri con un filato come nessun altro avessi mai sentito al tatto. Al termine di una chiacchierata con i gestori, che come molti altri norvegesi incontrati soprattutto all’interno filano la lana in casa, sono stata invitata a raccogliere i batuffoli di sottopelo che il bue muschiato lascia sui rovi in primavera.
Un’occasione in più per un altro viaggio in Norvegia!
Cecilia Gallerani
Sitografia
Drops Design – pagina in italiano
https://www.garnstudio.com/home.php?cid=4
Oleana
https://en.oleana.no/
Solveig Hisdal (su Ravelry)
https://www.ravelry.com/designers/solveig-hisdal
The Norwegian Knitting Industry Museum
http://www.muho.no/en/the-norwegian-knitting-industry-museum
Bergen Knitting Festival
https://bergenstrikkefestival.com/information-in-english/
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